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Enciclopedia

Raffreddore o rinosinusite virale

Il raffreddore comune (in inglese common cold) o meglio la rinosinusite virale, è probabilmente la patologia più diffusa e conosciuta al mondo. Consiste nell’infiammazione virale delle vie aereo-digestive superiori e coinvolge soprattutto naso e seni paranasali oltre che la faringe.

Cos’è la rinosinusite virale?

I ceppi virali che causano il raffreddore sono oltre 200: alcuni, come i rhinovirus, raramente causano malattie più gravi, mentre altri, come i virus SRV e PIV, possono dare sindromi più seri, soprattutto nei bambini. I bambini piccoli sono esposti a un rischio maggiore e possono ammalarsi anche 7-8 volte in un anno con una decorso più lento causato dal contestuale aumento dimensionale della tonsilla faringea (adenoidi), che impedisce il defluire di secrezioni verso le vie digestive e fornisce l’habitat ideale per la replicazione virale o la successiva infezione batterica. Nell’adulto la frequenza è più bassa e si aggira intorno ai 2 episodi di malattia l’anno.

Generalmente la guarigione è completa nell’arco di 7-10 giorni.

Quali sono le cause della rinosinusite virale?

I ceppi virali conosciuti che provocano il raffreddore sono oltre 200. I rhinovirus sono quelli più diffusi e più contagiosi. A volte il raffreddore virale può innescare un’infezione batterica, che prolunga la sintomatologia oltre le due settimane.

I virus entrano nell’organismo attraverso bocca e naso: le principali fonti di contagio sono gli starnuti e i colpi di tosse da parte di soggetti malati, che disperdono nell’aria gocce di saliva infette. Il contagio può avvenire anche mediante la condivisione di oggetti contaminati come utensili, asciugamani, giocattoli o telefoni.

La prevenzione più efficace consiste nel lavarsi spesso le mani, senza trascurare l’igiene nasale. Non è un caso che le malattie delle vie respiratorie, alte e basse, siano in continua crescita soprattutto nei Paesi industrializzati. Il semplice lavaggio nasale con soluzione fisiologica abbassa la quota di agenti infiammatori nasali inalati e previene la malattia.

Quali sono i sintomi della rinosinusite virale?

I sintomi del raffreddore iniziano qualche giorno dopo l’infezione. La reazione infiammatoria della mucosa nasale comporta una progressiva ostruzione respiratoria nasale sostenuta anche dall’iperproduzione di muco, starnutazione e successiva eventuale faringodinia (mal di gola) con tosse.

L’interessamento dei seni paranasali (cavità scavate intorno alle fosse nasali) e la raccolta di muco al loro interno provoca emicrania e cefalea. La febbre, in genere, è assente o molto bassa. Il microambiente che si viene a formare nel naso e nei seni paranasali con abbassamento del pH e il rallentamento della clearance muco ciliare favorisce la virulentazione dei batteri, che colonizzano la mucosa delle vie respiratorie.

In questo modo, all’infezione virale può seguire un’infezione batterica. I sintomi si prolungano oltre le 2 settimane. Le secrezioni delle mucose da limpide diventano viscose o giallastre. Per quanto riguarda i bambini si consiglia di consultare il medico in caso di febbre oltre i 38 °C, in caso di segni di disidratazione, vomito, dolore addominale, sonnolenza insolita, torcicollo, difficoltà respiratorie, pianto persistente, dolore all’orecchio, tosse persistente.

Come prevenire la rinosinusite virale?

Mettere in pratica alcune precauzioni può aiutare a prevenire il contagio:

  • evitare il contatto prolungato con persone infette
  • evitare la condivisione di bicchieri o altri oggetti di uso personale
  • lavare periodicamente i giocattoli dei bambini
  • lavarsi il naso con una soluzione fisiologica
  • lavarsi le mani, bene e spesso, e assicurarsi che lo facciano anche i bambini
  • starnutire sempre nei fazzoletti di carta e successivamente lavarsi bene le mani
  • insegnare ai bambini a starnutire o tossire nella piega del gomito quando non hanno a disposizione un fazzoletto (in modo da coprirsi la bocca senza usare le mani)
  • tenere cucina e bagno puliti, soprattutto se in casa ci sono persone malate

Diagnosi

Il raffreddore è un disturbo che viene spesso autodiagnosticato. La distinzione tra le diverse infezioni virali del tratto respiratorio è basata sulla localizzazione dei sintomi: il raffreddore comune colpisce soprattutto il naso e i seni paranasali mentre, per esempio la faringite e la bronchite coinvolgono in genere le vie aeree inferiori. Di solito non è possibile identificare il tipo di virus responsabile dell’infezione solo osservando i sintomi.

È importante non trascurare il sistematico coinvolgimento delle alte e basse vie aeree, la ripetitività dei sintomi durante l’anno, soprattutto se tendono a durare oltre le 2 settimane oppure la sistematica comparsa in particolari periodi dell’anno (primavera – fine estate). In questi casi è bene programmare una valutazione completa delle vie aeree con visita otorinolaringoiatrica, pneumologia e allergologica.

Trattamenti

Per il raffreddore non esiste cura.

Dal momento che la causa è virale non è necessaria alcuna terapia antibiotica a meno che alla sua comparsa le secrezioni siano gialle o ci sia il sospetto di rinosinusite batterica.

Gli adulti possono beneficiare di semplice detersione delle fosse nasali con soluzione fisiologica,  analgesici e paracetamolo in caso di cefalgia, sciroppi per la tosse. Benché siano prodotti da banco e venduti senza prescrizione medica in farmacia è bene non abusare di decongestionanti nasali vasocostrittori. L’utilizzo del vasocostrittore è indicato per solo pochi gironi di trattamento e sotto attento controllo medico.

Per i bambini, fare sempre riferimento ai consigli del pediatra.