Facebook Twitter WhatsApp LinkedIn Telegram

Enciclopedia

Sindrome dell’intestino irritabile: cosa non mangiare

Chi soffre della sindrome dell’intestino irritabile deve evitare di mangiare i cibi che, “fermentando”, favoriscono la comparsa dei sintomi. I cibi “no” vanno sotto l’etichetta Fodmap, “Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols”, ovvero oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli, micronutrienti dal potere fermentativo.

 

Com’è l’intestino di una persona che soffre della sindrome dell’intestino irritabile?

 

«Chi soffre di questa patologia benigna ed estremamente comune lamenta spesso pancia gonfia, meteorismo, fastidio o dolore addominale, stipsi o diarrea, ma anche debolezza. È una patologia “rosa” perché colpisce in netta prevalenza le donne ed è cronica», spiega il professor Silvio Danese, responsabile del Centro Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali dell’ospedale Humanitas e medico specialista dell’Unità operativa di Malattie infiammatorie croniche intestinali dell’ospedale Humanitas Gavazzeni.

 

«L’intervento dietetico può portare importanti benefici: eliminando per 21 giorni i cibi Fodmap può migliorare l’intera sintomatologia. Questa dieta è stata illustrata sulla rivista Gastroenterology. Sono alimenti ricchi di zuccheri che, una volta digeriti, restano nell’intestino richiamando acqua. La loro sovra-fermentazione è ciò che causa i disturbi», aggiunge lo specialista.

 

Ecco una lista di alimenti fermentabili “proibiti” per chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile:

 

  • Frutta: mango, anguria, susine, pesche, mele, pere, nashi (o pera-mela)
  • Frutta secca: pistacchi e anacardi
  • Verdura: asparagi, cipolla, aglio, porri, asparagi, barbabietola, cavolo verza, mais dolce, sedano
  • Latte e suoi derivati: yogurt, formaggi a pasta molle, crema pasticcera e gelato
  • Ancora, legumi, cereali come segale, grano, quindi pane, pasta e biscotti
  • Sindrome dell’intestino irritabile, cosa mangiare

 

Questi invece, gli alimenti che hanno più basso contenuto:

 

  • Frutta: banana, arancia, mandarino, uva, melone
  • Frutta secca: mandorle (massimo 10 pezzi), semi di zucca
  • Verdura: zucchine, lattuga, pomodoro, cetrioli, carote, erba cipollina, fagiolini
  • Ancora, carne, pesce, pollo, tofu, formaggi a pasta dura e prodotti caseari senza lattosio; avena riso, quinoa, prodotti senza glutine

«Tuttavia – conclude il professor Danese – non sappiamo dopo quanto tempo l’organismo di una persona con sindrome dell’intestino irritabile risente, da un punto di vista nutrizionale, di tali diete da eliminazione con cibi ricchi di Fodmap. Infine, con la dieta agiamo solo sulla sintomatologia ma non sulle cause della patologia».

 

È sempre raccomandabile farsi dare precise indicazioni dal medico o dal nutrizionista anche perché dietro questi sintomi potrebbe nascondersi la sensibilità al glutine o altre patologie più importanti.

 

Sindrome dell’intestino irritabile, articoli correlati:

 

  • Sindrome dell’intestino irritabile: il legame invisibile col cervello
  • Pancia piatta: una dieta per dire stop ai cibi che “fermentano”
  • Malattia di Crohn, le “bandiere rosse” per la diagnosi precoce