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Enciclopedia

Tubercolosi

La tubercolosi è una malattia infettiva provocata dal Mycobacterium tubercolosis, un batterio che si trasmette attraverso le goccioline di saliva presenti nell’aria. La diagnosi precoce consente di ridurre la diffusione del microbo e di individuare per tempo le cure più adatte per sconfiggerlo.

Che cos’è la tubercolosi?

La tubercolosi viene trasmessa per via aerea mediante la saliva emessa dagli individui ammalati attraverso starnuti o tosse. Non sempre la malattia si manifesta immediatamente: il sistema immunitario può mantenere il batterio che la provoca in uno stato di quiescenza per anni e iniziare a moltiplicarsi con l’abbassamento delle difese dell’organismo. Tuttavia, viene stimato che solo il 10-15% delle persone infettate sviluppi la malattia.

Da cosa può essere causata la tubercolosi?

La malattia è innescata dal batterio Mycobacterium tubercolosis, in particolare da 2 delle 5 varietà note: quella umana e quella bovina.

Con quali sintomi si manifesta la tubercolosi?

Tra i sintomi con cui si manifesta la tubercolosi sono inclusi tosse, dolore al torace, febbre, sudorazioni e perdita di peso. Con il passare del tempo può anche comparire del sangue nell’espettorato.

Come si può prevenire la tubercolosi?

Per una corretta prevenzione della tubercolosi è necessario seguire appropriate norme igienico-sanitarie e un regime alimentare equilibrato.

Con una diagnosi precoce è possibile ridurre le probabilità di contagio.

La vaccinazione tubercolare con BCG non risulta molto efficace negli adulti.

In situazioni a rischio di contagio viene indicata la chemioprofilassi, basata sull’assunzione di farmaci antitubercolari.

Come eseguire la diagnosi?

Generalmente la diagnosi della tubercolosi viene eseguita attraverso il cosiddetto test della tubercolina, detto anche “di Mantoux”. Una reazione positiva è indice del fatto che il paziente è già entrato in contatto con il Mycobacterium tubercolosis, per cui vengono richiesti ulteriori approfondimenti che possono includere:

  • l’analisi al microscopio dell’espettorato per verificare la presenza del batterio
  • una radiografia toracica per verificare il coinvolgimento dei polmoni
  • il test dell’interferone gamma
  • TAC
  • in alcuni casi, una broncoscopia
  • Se la radiografia toracica è positiva può risultare necessario un antibiogramma per capire quali antibiotici sono efficaci contro il ceppo batterico responsabile dell’infezione e scegliere la terapia più adatta.
  • Con l’amplificazione nucleare dell’acido nucleico si possono individuare i geni responsabili della resistenza ai farmaci.

Trattamenti

Nel trattamento della tubercolosi è prevista l’assunzione di farmaci per periodi di tempo molto lunghi variabili da un minimo di 6 a 18-34 mesi. La Terapia Osservata Direttamente (Directly Observed Therapy, DOT), che prevede che gli operatori sanitari controllino che il paziente segua correttamente la terapia, permette però di ridurre la durata delle cure a 6-8 mesi e di limitare l’insorgenza della resistenza agli antibiotici.

I farmaci più utilizzati sono l’isoniazide, la rifampicina, la streptomicina, la pirazinamide e l’etambutolo. Purtroppo però esiste una forma resistente sia all’isoniazide che alla rifampicina (MDR-TB, tubercolosi multidrug resistant).

L’assunzione dei farmaci deve essere collegata a esami di controllo per monitorare l’andamento della malattia.

Nei casi più gravi o più complicati all’inizio della terapia viene previsto il ricovero in ospedale.