Facebook Twitter WhatsApp LinkedIn Telegram

Enciclopedia

Tumore dell’esofago

Che cos’è il tumore dell’esofago?

Questa forma tumorale si sviluppa nell’esofago, che è il canale tramite il quale gli alimenti e i liquidi ingeriti arrivano allo stomaco. Di solito la malattia inizia nelle cellule del tessuto che riveste internamente l’esofago (epitelio): le cellule – per ragioni non ancora chiare – subiscono un’alterazione nel loro DNA, che le conduce a crescere e proliferare in modo incontrollato. Il tumore può crescere ed invadere i tessuti limitrofi e diffondersi anche ad altre parti del corpo.

 

I diversi tipi di tumore dell’esofago vengono classificati secondo le cellule coinvolte:

  • l’adenocarcinoma origina di solito nelle ghiandole muco-secernenti che sostituiscono il normale epitelio dell’esofago e colpisce più di frequente la parte bassa dell’esofago, vicino allo stomaco
  • il carcinoma a cellule squamose colpisce le cellule del rivestimento normale dell’esofago e riguarda soprattutto la parte centrale del canale
  • il linfoma ed il sarcoma sono forme molto più rare di patologia
  • In Humanitas operano dei medici altamente specializzati nella diagnosi e nella cura del cancro dell’esofago, che oggi si può prevenire o guarire qualora venga diagnosticato nei suoi stadi iniziali. In Humanitas il programma “cancro dell’esofago” è tipicamente multidisciplinare e si basa sull’integrazione clinico-professionale di chirurghi, gastroenterologi, oncologi medici e radioterapisti, otorinolaringoiatri e pneumologi, sulla qualità dei servizi di diagnostica (anatomia patologica, radiologia interventistica, endoscopia) e di supporto terapeutico (nutrizionisti e fisioterapisti). Questo garantisce al soggetto le migliori opportunità al fine di prevenire, diagnosticare e curare la malattia.

 

Humanitas è la sede del CURE (Centro Universitario di Ricerca sulle malattie Esofago-gastriche) che riunisce un gruppo multidisciplinare nazionale ed internazionale con lo scopo di promuovere e coordinare protocolli di cura e ricerca in queste patologie.

 

Quali sono i fattori di rischio per il tumore dell’esofago?

Si ritiene che uno stato di infiammazione cronica dell’epitelio possa contribuire ad alterare il DNA delle cellule e quindi a sviluppare il tumore.

 

I principali fattori di infiammazione cronica sono:

 

  • dieta povera di frutta e verdura
  • obesità
  • abuso di bevande alcoliche
  • fumo
  • masticare tabacco
  • reflusso di bile
  • malattia da reflusso gastro-esofageo, cioè la risalita nell’esofago di materiale acido proveniente dallo stomaco, dovuta al difettoso funzionamento della valvola che c’è tra questi due organi
  • acalasia esofagea, una malattia che colpisce la muscolatura dell’esofago e rende difficoltosa la deglutizione
  • ingerire alimenti bollenti
  • alterazioni precancerose nelle cellule, presenti nell’esofago di Barrett (la trasformazione della mucosa dell’esofago da cui sono affetti molti di coloro che soffrono di un grave reflusso gastro-esofageo)

Altri fattori di rischio sono i seguenti:

  • età: la maggior parte dei casi si riscontra tra il 55 e i 70 anni;
  • sesso: gli uomini sono più colpiti delle donne (la proporzione è di 3 a 1).

 

Si può prevenire il tumore dell’esofago?

Una buona prevenzione si basa sulla limitazione di fumo e alcol, sul controllo del peso, su una dieta ricca di frutta e verdura e sulla riduzione del rischio di reflusso gastro-esofageo (limitare caffè, bevande gasate, alcol, sigarette, alimenti grassi è un buon modo per combattere questo disturbo).

La prima prevenzione è la diagnosi delle lesioni preneoplastiche che – nel caso dell’adenocarcinoma dell’esofago, il tumore più riscontrabile oggi nei paesi occidentali – è il riconoscimento dell’Esofago di Barret e la sua cura con terapia endoscopica o mini-invasiva (ablazione con radiofrequenza, plastica antireflusso, etc…).

 

Diagnosi

La miglior terapia del tumore dell’esofago comincia da una valutazione completa. Presso Humanitas, il primo passo nella valutazione del tumore dell’esofago consiste di solito in un esame endoscopico dell’esofago (esofagoscopia), nel corso del quale il medico inserisce un tubo flessibile, sottile e illuminato (chiamato endoscopio) lungo l’esofago sino a raggiungere lo stomaco.

L’endoscopio consente di visualizzare l’esofago dall’interno e di prelevare piccoli campioni di tessuto (biopsia) da sottoporre ad esame istologico al microscopio. In taluni casi, è possibile che il paziente sia sottoposto a un esame radiologico dell’apparato digerente che prevede l’impiego di un liquido denso (bario) somministrato per bocca, che si fissa al cilindro di rivestimento interno dell’esofago rendendo quindi più visibile ogni eventuale anomalia.

 

Esami di stadiazione

In caso di diagnosi certa di questa forma tumore, sono necessari ulteriori accertamenti per stabilire il livello di infiltrazione del tumore negli strati dell’esofago e la sua eventuale diffusione ai linfonodi o ad altri organi; tale processo viene definito col nome di stadiazione clinica.

I medici di Humanitas impiegano delle tecniche diagnostiche mini-invasive all’avanguardia per effettuare la stadiazione del tumore dell’esofago. L’individuazione esatta dell’estensione e della diffusione della malattia è il passaggio cruciale per selezionare il trattamento appropriato per ciascun paziente. Gli esami di stadiazione eseguiti in Humanitas includono:

  • TAC: solitamente è il primo passo nella stadiazione del tumore esofageo. E’ un esame radiologico computerizzato che è in grado di fornire immagini assiali del corpo umano con possibilità di ricostruzioni secondo tutti i piani dello spazio e anche tridimensionali. Humanitas dispone della più avanzata tecnologia TAC, che è più veloce, molto più sensibile e impiega meno radiazioni delle TAC di vecchia generazione.
  • Tomografia a Emissione di Positroni (PET): è un esame che richiede l’utilizzo di una piccola quantità di glucosio radioattivo al fine di evidenziare le cellule tumorali in rapida crescita e di rilevare alterazioni altrimenti invisibili con altre metodiche, soprattutto utile nella diagnosticare le metastasi a distanza. I medici nucleari di Humanitas associano spesso la PET alla TAC (TC-PET) allo scopo di migliorare ulteriormente l’accuratezza delle immagini.
  • Ecoendoscopia (EUS): un particolare endoscopio dotato di una testina che emette degli ultrasuoni o una minuscola sonda ad ultrasuoni che è introdotta attraverso un endoscopio, consentono di eseguire un esame “a contatto” della lesione esofagea. Gli ultrasuoni penetrano in profondità nei tessuti, rivelando quindi la diffusione del tumore all’interno della parete esofagea e la presenza di ghiandole sospette. L’ecoendoscopia consente anche di effettuare biopsie di queste ghiandole vicino al tumore. L’ecoendoscopia può essere molto impegnativa da un punto di vista tecnico e produce i risultati migliori qualora sia eseguita da un endoscopista esperto. I medici di Humanitas utilizzano questa procedura da anni.

 

Terapie

Nell’ultimo decennio, sono stati fatti grandi progressi nella cura del tumore dell’esofago. Humanitas offre un programma multidisciplinare di trattamento estremamente completo che sfrutta al massimo le terapie di più recente scoperta. Il paziente e i suoi familiari sono attivamente coinvolti in tutte le decisioni terapeutiche e collaborano con un’equipe integrata di specialisti esperti in ogni aspetto della cura.

 

Terapie endoscopiche

Presso Humanitas il tumore dell’esofago in uno stadio iniziale è di frequente trattato con le terapie endoscopiche che consentono di conservare l’integrità anatomica dell’esofago, comportano un trauma minimo e presentano un rischio basso di complicanze. Gli specialisti di Humanitas offrono dei trattamenti endoscopici avanzati e li personalizzano con estrema precisione al fine di soddisfare i bisogni di ogni singolo paziente. Humanitas è stato uno dei primi centri europei ad utilizzare la resezione endoscopica della mucosa per diagnosticare e trattare sia il tumore primitivo dell’esofago che l’esofago di Barrett. La mucosectomia endoscopica consente di asportare integralmente il tratto di mucosa e sottomucosa esofagea che è interessato dalle lesioni più superficiali.

A fronte di un alto numero di casi trattati, Humanitas vanta bassi tassi di complicanze correlate alla mucosectomia endoscopica, in linea con le migliori casistiche mondiali. Alla mucosectomia endoscopica viene solitamente associata l’ablazione con radiofrequenza per la cura del circostante esofago di Barret in fase preneoplastica: è una procedura ambulatoriale, ed il paziente può in genere tornare all’attività normale il giorno successivo, anche se potrebbe avere dolore toracico e difficoltà di deglutizione per una settimana circa. L’endoscopia svolge anche un ruolo importante anche nel ripristinare in modo temporaneo la canalizzazione dell’esofago e consentire ai pazienti di alimentarsi tramite posizionamento di endoprotesi: si tratta di procedure impiegate in casi selezionati.

 

Chirurgia

La chirurgia di asportazione dell’esofago (esofagectomia) è il cardine fondamentale della terapia del cancro esofageo: a volte è la sola terapia eseguita ma più spesso è associata a chemio e radioterapia in base allo stadio clinico della malattia, come parte di un trattamento integrato. Nel corso di questo intervento, il chirurgo asporta di solito tutto o parte dell’esofago e la porzione superiore dello stomaco in blocco con le linfoghiandole circostanti, ricostituendo poi la continuità dell’apparato digerente tramite l’interposizione di un viscere, generalmente la porzione restante di stomaco o un tratto di intestino. Questo intervento coinvolge sempre almeno due (talvolta tre) distretti corporei – collo, torace e addome – ed è per questo motivo complesso e delicato; in Humanitas viene effettuato sia con tecniche tradizionali a cielo aperto sia con tecniche mini-invasive (laparoscopia e toracoscopia). L’approccio mini-invasivo è meno traumatico per l’organismo in quanto le manovre chirurgiche sono condotte tramite delle piccolissime incisioni in cui sono posizionate cannule che consentono il passaggio di strumenti molto sottili manovrati dall’esterno. In genere l’esofagectomia mini-invasiva necessita di una degenza ospedaliera più breve, comporta meno dolore postoperatorio ed è seguita da una ripresa più rapida del soggetto in cura. L’esofagectomia mini-invasiva ha risultati clinici ed oncologici eccellenti qualora sia effettuata da chirurghi esperti.

 

Chemio-radioterapia

A seconda dell’estensione del tumore – definita come stadio clinico preoperatorio o stadiazione patologica e quindi postoperatoria – i medici di Humanitas possono raccomandare la radioterapia in combinazione con la chemioterapia (chemio-radioterapia). Queste terapie possono essere pertanto eseguite prima (neo-adiuvanti) o dopo (adiuvanti) l’intervento chirurgico, con l’intento di migliorare i risultati ottenibili esclusivamente con la chirurgia.

Nelle fasi più avanzate della malattia, non suscettibili di intervento chirurgico, la chemioterapia e la radioterapia possono essere impiegate da sole o in associazione come trattamento definitivo per il soggetto in cura. In Humanitas sono attivi i protocolli di trattamento più comunemente impiegati nei centri di riferimento mondiali.