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Enciclopedia

Rame

Definizione

Elemento contenuto nell’organismo (soprattutto nel fegato, nelle ossa, nei muscoli, nel cervello, nei reni e nel cuore) in piccole parti. La quantità totale nell’adulto è di 100 mg.

 

Funzione

Questo elemento ha un ruolo fondamentale per il funzionamento di vari enzimi.  Esso è parte attiva nel metabolismo energetico, nella creazione dei globuli rossi, delle ossa e dei tessuti connettivi. Partecipa alla pigmentazione della cute e dei capelli, condiziona il funzionamento del cuore e con la sua azione antiossidante combatte i radicali liberi a vantaggio della cellula.

 

Il rame negli alimenti

Esso è contenuto soprattutto nel fegato, nel rene e nelle varie frattaglie. Lo troviamo inoltre nei molluschi, nella frutta secca, nella crusca di frumento, nei semi, nei legumi e nei cereali integrali.

 

Fabbisogno giornaliero

La quantità giornaliera per un adulto varia da 1,5 a 3 mg. In generale una dieta sana ed equilibrata soddisfa questi valori.

 

Effetti da carenza di rame

Non è comune che si verifichi una carenza di rame. Se però ci troviamo davanti a situazioni come una dieta non equilibrata, un malassorbimento o una quantità eccessiva di zinco, si può andare incontro a questo problema. I rischi sono: demineralizzazione delle ossa, fragilità delle pareti arteriose, anemia, disturbi nervosi, problemi ai connettivi, malfunzionamento delle funzioni immunitarie e maggiore possibilità di contrarre malattie cardiovascolari e neurodegenerative.

 

Effetti di un eccesso di rame

E’ difficile che si riscontri una quantità eccessiva  di rame assunto tramite alimenti. Le conseguenze alle quali si andrebbe incontro sarebbero: nausea, vomito, diarrea e febbre ed in casi più estremi anemia emolitica e decesso. Inoltre raramente, e questo riguarda soprattutto i bambini, si possono rischiare danni epatici o cirrosi.

Anche un’incapacità del fegato ad espellere il rame tramite la bile, può essere la causa della quantità eccessiva di questo elemento nell’organismo. La conseguenza è la rara patologia di origine genetica chiamata “malattia  di Wilson” , che conduce ad un accumulo di rame nel cervello, negli occhi, nel fegato ed in vari altri organi, con conseguenti tremori, problemi nel parlare e nel deglutire, difficoltà nella coordinazione, alterazioni della personalità o epatiti.

 

Ceruloplasmina

Il rame è trasportato nel sangue grazie ad una proteina, la ceruloplasmina. Da valori bassi di quest’ultima possono scaturire patologie come la malattia di Wilson, l’aceruloplasminemia, malattie ematiche in forte stato d’avanzamento, la sindrome di Menkes, ed uno stato di malnutrizione.

L’intossicazione da rame può invece aumentare eccessivamente i valori della ceruloplasmina, in caso di gravidanza, di assunzione di contraccettivi orali combinati o di estrogeni, mentre in caso di leucemia può causare la malattia di Alzheimer, l’artrite reumatoide, il linfoma di Hodgkin, il lupus eritematoso sistemico, la colestasi, la cirrosi biliare primitiva ed alcuni stati infiammatori.