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Enciclopedia

Biopsia vertebrale

La biopsia della colonna vertebrale è un esame diagnostico per cui viene prelevata una piccola porzione di osso dalla colonna vertebrale.

 

Cosa si intende per biopsia vertebrale?

La biopsia della colonna vertebrale è basata sul prelievo di una piccola porzione ossea dai tessuti molli paraspinali (anteriori e posteriori), dai somi e dagli archi posteriori vertebrali, dai dischi intervertebrali, dallo spazio epidurale e dai forami di coniugazione. Si ritiene che la procedura sia efficace nella caratterizzazione di lesioni vertebrali, discali e dei tessuti molli paraspinali. Presenta una percentuale di accuratezza che si aggira intorno all’80-95%, con un’elevatissima attendibilità nello studio delle lesioni osteolitiche.

 

Per cosa viene utilizzata la biopsia vertebrale?

La biopsia vertebrale si esegue per verificare l’eventuale presenza di neoplasie (vertebrali o paraspinali), infezioni e malattie metaboliche ossee.

 

Come viene svolta la biopsia vertebrale?

La procedura viene effettuata in anestesia locale e prevede l’impiego di aghi sottili. Esistono tre tipologie di tecniche utilizzate per l’esecuzione della procedura: a “Tandem”, con l’inserimento di due aghi di calibro diverso in parallelo, uno per l’anestesia locale e l’altro per la biopsia; in “Coassiale”, con l’inserimento di aghi di calibro diverso uno all’interno dell’altro per raggiungere lesioni profonde; ad “Ago singolo” dotato di mandrino (sottile filo metallico che s’inserisce nell’ago per impedirne l’occlusione) interno, utilizzato per le biopsie vertebrali e dei tessuti molli.

Nei trenta minuti successivi alla procedura bisogna mantenere il paziente disteso e sotto osservazione. Una volta trascorso questo periodo di tempo, se non sono comparse complicazioni può essere dimesso.

 

Chi può essere sottoposto all’esame?

Si ritiene che la biopsia vertebrale sia una metodica sicura. Tuttavia, bisogna eseguirla con cautela in presenza di disordini della coagulazione, gravidanza, infezioni locali a livello del luogo oggetto della biopsia (osteomielite e spondilodiscite), impossibilità di accedere all’interno dello spazio discale per estese e solide fusioni vertebrali o complicanze neurologiche.

 

Si prevedono norme di preparazione?

Prima che il paziente sia sottoposto al prelievo, è necessario studiarne le condizioni mediante un esame obiettivo e sfruttando metodiche di diagnostica per immagini, quali radiografie del rachide, tomografia computerizzata (TC), risonanza magnetica (RM) e scintigrafia ossea.

 

La biopsia vertebrale è un esame doloroso e/o pericoloso?

La biopsia vertebrale viene effettuata in anestesia locale, per cui di solito il dolore, anche se lievemente avvertito, viene ben tollerato. Le complicanze associate all’esecuzione di questo esame sono piuttosto rare, si manifestano nello 0,2% dei casi, e comprendono: ematoma paravertebrale, lesioni iatrogene delle radici nervose, pneumotorace, osteomielite vertebrale, sanguinamento eccessivo e spondilodiscite. Si verificano lesioni neurologiche nello 0,08% e morte nello 0,02% dei casi.