Facebook Twitter WhatsApp LinkedIn Telegram

Enciclopedia

Diagnosi del carcinoma prostatico

La diagnosi di carcinoma prostatico viene effettuata tramite biopsie multiple della ghiandola in anestesia locale. Bisogna sottolineare che, ad oggi, non vi sono ulteriori metodi alternativi comprovati scientificamente per una diagnosi certa.

 

Si procede ad una ecografia accurata della prostata per via trans-rettale o trans-perineale, utile per misurare il volume prostatico, calcolare la PSAD (PSA density) e permettere il puntamento bioptico, secondo schemi internazionali in evoluzione.

 

Completate le misurazioni prostatiche, si procede al mappaggio bioptico dell’intera ghiandola (ambulatoriamente o in regime di Day Hospital, in base alle caratteristiche del paziente). La biopsia si può anche ripetere più volte, nel caso in cui il rischio di tumore sia ancora presente nonostante una precedente biopsia negativa.

 

In Humanitas la biopsia si effettua per via trans-rettale con ecodoppler associato, in anestesia locale. L’ausilio del mezzo di contrasto ecografico è attualmente in studio controllato, in collaborazione con l’Unità Operativa di Ecografia. Sono inoltre in corso studi riguardo all’impiego dei mezzi di contrasto ecografici che potrebbero risultare efficaci per la visualizzazione delle aree sospette.

 

Successivamente si analizzano i frustoli di prostata ottenuti (diametro di 1 mm circa, lunghezza 12 mm).

 

L’analisi anatomopatologica al microscopio permette di mettere in evidenza la presenza del tumore e di classificarlo con un punteggio (Gleason score) che fornisce una valutazione dell’aggressività. È meno probabile che un tumore la cui struttura cellulare sia simile al tessuto normale (Gleason basso) risulti aggressivo nel tempo, al contrario di neoplasie che hanno perso le caratteristiche cellulari delle cellule normali (Gleason elevato).