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Enciclopedia

Risonanza magnetica (RM)

CHE COS’È

La Risonanza magnetica, nota anche come risonanza magnetica nucleare (RMN), è una moderna tecnica diagnostica, in grado di fornire immagini dettagliate del corpo umano.

 

Le sezioni possono essere ottenute, “tagliate” a piacere, indifferentemente nei tre piani dello spazio creando in tal modo una visione virtuale tridimensionale del corpo.

 

La risonanza magnetica è un’indagine sicura e completamente innocua per l’organismo umano per via dell’assenza di radiazioni ionizzanti.

 

PER COSA VIENE UTILIZZATA?

Si tratta di una procedura particolarmente efficace nel campo neurologico, neurochirurgico, traumatologico, oncologico, ortopedico, cardiologico e gastroenterologico.

 

In particolare, viene eseguita per arrivare a diagnosticare malattie del cervello e della colonna vertebrale, dell’addome e della pelvi (fegato e utero), dei grossi vasi (aorta) e del sistema muscolo-scheletrico.

 

COME VIENE EFFETTUATA?

L’esame viene eseguito facendo distendere il paziente su un lettino che viene fatto scorrere all’interno dell’apparecchiatura diagnostica, un cilindro cavo con all’interno dei magneti che servono a generare i fasci di onde radio utili all’esame.

 

La persona deve assolutamente rimanere ferma per tutta la durata dell’indagine. La durata di una risonanza magnetica dipende dall’estensione della parte del corpo da esaminare e può arrivare a durare anche 45 minuti.

 

ESISTONO CONTROINDICAZIONI?

La risonanza magnetica non è consigliabile per i pazienti portatori di pacemaker cardiaco, di neurostimolatori, di strutture metalliche come protesi, viti e valvole cardiache. Non si esegue l’esame principalmente allo scopo di evitare che il campo magnetico prodotto dalla macchina possa determinare uno spostamento di queste strutture metalliche in altra sede.

 

Da tempo esistono protesi di materiali che non interferiscono con l’esame ma è sempre utile avvisare prima di sottoporsi all’esame. Per le pazienti in stato di gravidanza l’esame viene sconsigliato nei primi tre mesi di gestazione.