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Diamo voce alla ricerca

Ricerca e cura sanno andare  oltre al supporto clinico

Il progetto AYA di Humanitas e le attività psicosociali dedicate ai giovani pazienti oncologici

La parola alla dottoressa Alexia Bertuzzi

La dottoressa Alexia Bertuzzi è la Responsabile del progetto AYA nato in Humanitas per rispondere ai bisogni di ragazze e ragazzi che si trovano in giovane età a dover attraversare un percorso di cure oncologiche. L’acronimo AYA sta infatti ad indicare questo gruppo di “Adolescents and Young Adults“, ovvero quei pazienti di età compresa tra i 16 e i 39 anni .

Per ampliare il nostro impegno, grazie a Autogrill e al sostegno di tutti i singoli donatori, abbiamo ideato un programma AYA di attività psico-sociali, momenti di incontro e condivisione per rispondere a dubbi e domande, alleggerire, costruire un nuovo futuro, insieme a psicologi, medici e coach dedicati.

Dottoressa Bertuzzi, che cos’è il progetto AYA di Humanitas e cosa prevede?

Il progetto AYA è stato attivato in Humanitas nel 2018, ed è subito partito molto bene. Si occupa di tre diversi ambiti: la ricerca, l’attività clinica e il supporto psicosociale.

Il Progetto vuole rispondere, con una corsia preferenziale, ai bisogni clinici dei nostri pazienti, seguendoli in tutto il percorso della malattia, nelle terapie e nel follow up, ma anche a  tutti gli altri bisogni della vita di un giovane in cui irrompe una malattia che, almeno per un periodo, lo o la costringerà a “cambiare tutto”. Queste attività, che prima della pandemia si svolgevano in presenza, con l’arrivo del Covid-19 si sono trasferite online, ma adesso sono pronte a riprendere in modalità mista per permettere a tutti di scegliere la forma di partecipazione.

Con la raccolta fondi come si può aiutare il progetto AYA?

Una diagnosi oncologica in questa fascia di età è complessa, mette a dura prova la sfera psicologica dei giovani pazienti: oltre a dover affrontare le problematiche cliniche della malattia ci sono molti altri aspetti di cui prendersi cura: quello professionale, scolastico, sociale, sentimentale e umano.

Il nostro progetto di supporto psicosociale ha proprio l’obiettivo di essere al fianco dei pazienti per aiutarli a superare insieme le difficoltà in tutti gli aspetti della vita. Grazie al supporto di Autogrill e come Charity Partner di Expo per lo Sport, speriamo di raggiungere gli obiettivi di raccolta e quindi di poter offrire questo servizio ad un numero sempre maggiore di pazienti.

Come saranno impiegati i fondi raccolti?

Abbiamo in programma diverse iniziative: gli incontri settimanali con il team degli psicologi, con altri medici specialisti di varie discipline, c’è chi vuole smettere di fumare, chi ha domande sulla sessualità e chi vuole saperne di più su come preservare la propria fertilità. Inoltre, sono previsti incontri con altre persone che hanno vissuto o che stanno vivendo la stessa situazione per confrontarsi e condividere l’esperienza.

Ci saranno coach motivazionali che li seguiranno da vicino, motivandoli a partecipare agli incontri dedicati a loro e a restare connessi con noi. Ma non solo: i coach, gli psicologi coinvolti li aiuteranno a restare connessi con il loro mondo, a rimanere inseriti al meglio nell’università o nella scuola con gli altri, a continuare nella professione, pur con tutte le necessità legate alle cure connesse alla malattia.

In sintesi l’idea è di organizzare attività extra-cliniche speciali.

Abbiamo bisogno di risorse per potenziare le attività di supporto al loro percorso: sono i nostri e le nostre giovani pazienti che hanno la necessità di essere seguiti più da vicino e in modo continuativo e costante, non solo dal punto di vista clinico. Cerchiamo di creare un team di persone per organizzare eventi, aiutarli, creando momenti di socialità, a superare la malattia dal punto di vista emotivo, non solo clinico. E’ fondamentale per chi, come loro, ha tutta la vita davanti.